Nuovi rischi patrimoniali per imprenditori, amministratori, sindaci e revisori: la Riforma Rordorf  “riforma della crisi d’impresa e dell’insolvenza” cambia la normativa fallimentare.
Per tutelarsi servono, oggi più che mai, adeguati  progetti di protezione preventiva del patrimonio (composti da strumenti giuridici e finanziari).
Il nostro ruolo, quello del consulente patrimoniale, è quello di affiancarti per individuare gli strumenti più idonei e un piano strategico ad hoc in base alla tua situazione.
In questa news ti spieghiamo le novità, i rischi e come puoi tutelare il tuo patrimonio.

Imprenditori, amministratori, sindaci e revisori sono oggetto di nuovi rischi patrimoniali per effetto della Riforma Rordorf, che cambia la normativa fallimentare.
Liquidazione giudiziale al posto del fallimento e procedure di allerta e di composizione assistita della crisi: così è cambiata la normativa fallimentare.
Gli strumenti di allerta individuati espongono il patrimonio personale di imprenditori, amministratori, sindaci e revisori all’aggressione di terzi, per questo motivo è indispensabile rivolgersi preventivamente al private banker di fiducia, notaio o commercialista.
In qualità di consulente patrimoniale, dobbiamo spiegarti al più presto quali rischi patrimoniali stai correndo e procedere con la creazione di progetti di protezione preventiva del tuo capitale dai rischi introdotti con gli articoli 2086, 2475 e 2486 del cc.

Nuovi rischi patrimoniali per amministratori, sindaci e revisori: perché la legge fallimentare è stata modificata?

Volontà di semplificare le procedure e anticipare l’eventuale insorgenza di una crisi per intervenire con sollecitudine con adeguate misure correttive responsabilizzando imprenditori,  amministratori e organi di controllo.
Sono queste le motivazioni rispetto alle modifiche della legge fallimentare.
La vecchia procedura concorsuale – in vigore sino a settembre 2021 – possiamo dire che interveniva in maniera tardiva e con la finalità di spartire ai creditori i pochi beni rimasti. Altresì, il soggetto fallito era “marchiato tale” e aveva oggettivamente difficoltà a rimettersi in gioco e tornare attivo sul mercato imprenditoriale.
La nuova riforma – che prende spunto dai Paesi di common law – prevede procedure di allerta e di prevenzione obbligatorie che costringono quindi le aziende a dotarsi di sistemi per il monitoraggio continuo dei parametri patrimoniali, economici e finanziari, oltreché di sistemi di allerta volti alla segnalazione tempestiva (in Camera di Commercio) di eventuali rischi di deterioramento aziendale.
Ma cosa impone di fatto la riforma del diritto fallimentare? Vediamolo nello specifico:

  • La riforma del diritto fallimentare, in particolare, impone a imprenditori, amministratori e organi di controllo di dotarsi di strumenti di allerta interna in grado di individuare con tempestività eventuali situazioni di crisi. Questa soluzione è volta a un intervento sollecito,  prima quindi che questa possa diventare effettiva e grave.
  • Sono previste misure premiali in caso di liquidazione giudiziale per tutti gli amministratori che segnalano con tempestività situazioni che presentano i primi squilibri.
    Diversamente, e novità di estrema importanza su cui ti invitiamo a riflettere, è prevista la responsabilità personale dei crediti sociali in caso di liquidazione per gli amministratori, sindaci e revisori che non segnalano sollecitamente tali situazioni!!!
  • Al collegio sindacale e ai revisori viene ora imposto di verificare che il consiglio di amministrazione sia dotato di un sistema di allerta interno e che questo venga utilizzato adeguatamente per il monitoraggio dell’andamento aziendale.
    In caso di crisi, l’organo di controllo deve attivare tempestivamente la procedura di allerta, quando non fatto direttamente all’imprenditore o dall’amministratore.
    Anche per sindaci e revisori che non provvedono a segnalare tempestivamente situazioni di crisi è prevista la responsabilità personale dei crediti sociali, in caso di liquidazione.
  • Trascorsi 2 anni è prevista l’esdebitazione fallimentare e il soggetto non è più ritenuto “fallito”, l’imprenditore può quindi tornare a fare impresa e mettersi in gioco.

Questi sono solo alcuni dei temi su cui ti invitiamo a riflettere ma, come vedi, risulta fondamentale il coinvolgimento di consulenti patrimoniali che possano individuare le opportune strategie di protezione del capitale e mettere al sicuro te e la tua famiglia.

Per proteggere il tuo patrimonio vanno usati sia soluzioni di tipo finanziario e negozi giuridici (donazione, diritto di abitazione, società immobiliari, trust, conferimento di beni in società fiduciaria, fondi pensione, polizza vita a contenuto finanziario con accettazione del beneficiario, polizze di private insurance, ecc)

Chiamaci per un appuntamento e valutiamo insieme la tua specifica situazione!