Oggi più che mai viviamo nella precarietà, ciononostante siamo chiamati a scegliere e decidere ogni giorno.
Pur cercando di essere previdenti, il margine di rischio c’è sempre.
Il trader che compra in Borsa, il medico che opera un paziente, l’ingegnere che progetta un edificio: tutti conviviamo con il “rischio”.
Tra i nostri conoscenti c’è sicuramente chi ama il rischio e il pericolo e chi invece è molto più cauto al riguardo.
Ma chi dei due affronta l’incertezza nella maniera più efficace? Ci sono persone più abili a valutare, affrontare e gestire il rischio?
Che domande difficili!!! L’umanità cerca queste risposte da sempre, se le pone addirittura fin dai tempi dell’Antica Grecia.
La saggezza del rischio
Quando parliamo di rischio negli investimenti finanziari, non possiamo dimenticare che quello che un gestore di portafoglio chiama “rischio”, spesso non viene percepito come tale dall’investitore.
Farsi aiutare dalle metafore può essere efficace ma, quando abbiamo a che fare con i soldi, come investitori abbiamo paura, mentre sarebbe necessaria una certa serenità, un rapporto consapevole con i nostri soldi.
Vengono in mente tanti comportamenti rischiosi nella vita di tutti i giorni, che non ci fanno paura, come ad esempio quando guidiamo l’auto: sappiamo di rischiare, ma non abbiamo paura di morire, anzi magari allo scattare del semaforo verde
spingiamo sull’acceleratore per bruciare in partenza un altro automobilista.
Gli investimenti finanziari, vengono sempre visti come precari dall’investitore, incerti, dagli esiti imprevedibili e quindi vengono affrontati con titubanza, cercando sempre di “stare attenti”, ma attenti a che cosa?…. In realtà non lo sappiamo proprio! Abbiamo paura e basta!
Quando abbiamo insegnato a nostro figlio ad andare in bicicletta, lo abbiamo deciso perché abbiamo valutato che era il momento giusto e ci siamo detti:
“ Adesso dobbiamo farlo! Dobbiamo togliere le rotelle dalla bicicletta!” e che cosa accade a una bicicletta quando vengono tolte le rotelle ? Cade insieme al suo pilota, se quest’ultimo non è capace di tenerla in equilibrio.
Quindi abbiamo aiutato nostro figlio a stare in equilibrio sulla bicicletta, piegati e correndo al suo fianco, tenendo una mano sotto al suo sellino per cercare di aiutarlo ad imparare l’equilibrio con naturalezza.
Quando l’abbiamo lasciato, lui probabilmente è caduto e poi ha pianto e noi cosa gli abbiamo detto? “Lascia perdere, non fa per te”… o più probabilmente
“Dai, coraggio! Riprova! Non è successo niente!”?
Nel mondo della finanza e degli investimenti, un rischio vale la pena di essere sostenuto se l’obiettivo da raggiungere è grande. Se esiste un premio per il rischio e questo si chiama “ intelligenza del rischio”.
Ci sono due tipi di rischi collegati agli investimenti finanziari: il rischio “cattivo” e il rischio “buono”.
Il rischio cattivo deve essere evitato assolutamente, mentre il rischio buono è quello che permette all’investimento di avere un risultato nel tempo.
Quindi il secondo vale la pena di assumerselo. Il rischio cattivo è rappresentato ad esempio da ogni investimento in un singolo titolo.
Anche quando ha un nome conosciuto, è sempre esposto al rischio di fallimento e quindi di perdita totale del capitale investito. Non vale mai la pena assumersi questo rischio! MAI! E questo vale anche per le obbligazioni emesse dalla stessa società e per le obbligazioni emesse da una banca. Semplicemente non bisogna mai investire nel singolo titolo azionario o obbligazionario perché questo è appunto un rischio cattivo.
Il rischio buono invece è quello collegato a investimenti in Paesi ,aree geografiche e un insieme di settori dove l’investimento è diversificato in molteplici titoli ed emittenti differenti.
Il rischio è buono perché non presenta mai la possibilità di perdita totale del capitale investito e perché nel corretto orizzonte temporale, il capitale finale sarà superiore al capitale iniziale.
Il compito dei mercati finanziari nel breve periodo è di dare un prezzo ai titoli e quindi assistiamo ad una oscillazione dei prezzi che cercano di orientarsi nella corretta direzione.
Se il nostro orizzonte temporale è sufficientemente lungo, le oscillazioni negative sono compensate da quelle positive e nel tempo rimane la progressiva crescita del capitale iniziale.
Se investiamo in maniera consapevole e diversificata, dove vi sono le fonti di rendimento e avendo a disposizione il corretto orizzonte temporale, la naturale oscillazione dei mercati non ci deve spaventare.
Investire infatti, dovrebbe essere un’attività regolare e costante nel tempo.
Fatti aiutare da un consulente finanziario per comprendere meglio i rischi, quelli da evitare assolutamente e quelli che è il caso di assumersi serenamente per perseguire l’obbiettivo di aumentare il capitale e mantenerlo al sicuro, per la serenità tua e di tutta la famiglia.